Una Roma insolita, lontano dai luoghi più affollati e turistici
La prima tappa è lo storico Palazzetto Zuccari in piazza Trinità dei Monti, chiamato popolarmente la casa dei Mostri. Costruito in stile barocco nel 1592 su progetto di Federico Zuccari, che ne decorò anche l’interno con il fratello Taddeo, il bizzarro palazzo presenta una curiosa decorazione: le cornici del portone d’ingresso e delle finestre hanno l’aspetto di mostruose bocche spalancate, ispirate al Giardino di Bomarzo vicino a Viterbo. Oggi, insieme all’adiacente edificio Stroganoff, è sede della Biblioteca Hertziana. L’itinerario prosegue in Vicolo della Spada d’Orlando, vicino piazza Capranica, dove emerge da un muro il resto consunto del busto di una colonna di marmo che conserva traccia del passaggio a Roma del Cavaliere Orlando, il famoso paladino dei poemi cavallereschi. Più che di una traccia si tratta di una sciabolata lasciata dalla sua leggendaria e infrangibile spada Durlindana.
Si prosegue poi con una visita alla Chiesa di Santa Maria in Vallicella, detta tradizionalmente Chiesa Nuova, imponente edificio del XVI secolo con sontuosi interni barocchi. Al suo interno, dietro l’altare, è custodito il dipinto di Rubens intitolato “Angeli adoranti la Madonna Valicelliana”. Si tratta di un quadro con una cornice “motorizzabile” realizzata dalla stesso artista, grazie alla quale è possibile far scendere o salire il dipinto e mostrarlo a seconda delle esigenze. Una volta alla settimana, dopo la messa del sabato sera, il sacrestano premendo il pulsante di un telecomando aziona questa cornice facendo scomparire il quadro. La tappa successiva è la Chiesa di Sant’Ignazio, splendido edifico barocco situato nell’omonima piazza costruito nel 1626 su progetto dell’architetto Orazio Grassi. La chiesa presenta una curiosa particolarità, la cupola in realtà non è una cupola. Al suo posto vi è un trompe-l’oeil dipinto da Andrea Pozzo che sembra dare l’illusione della cupola.
A questo punto l’itinerario prosegue lungo via del Pellegrino, sulla quale affaccia l’Arco degli Acetari. L’arco, che prende il nome dai venditori di acqua che risiedevano nella zona, funge da cavalcavia tra due palazzi adiacenti ed immette in un affascinante, nascosto e sorprendente slargo con casette tipiche dei borghi medievali. A pochi passi, in Via Giulia 262, si trova la piccola Chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte, uno dei più eccezionali complessi settecenteschi della città, anche per le particolari caratteristiche che presenta. Fu fondata dalla confraternita omonima, la quale avevo come scopo quello di dare sepoltura cristiana ai morti sconosciuti. Il luogo sacro comprende anche una cripta dal deciso fascino macabro, dove tutto è realizzato con le ossa degli scheletri. Attraversato Ponte Sisto si raggiunge Vicolo dell’Atleta, un piccolo viottolo che deve il suo nome al ritrovamento nel 1844 della statua dell’atleta “Apoxyomenos”. Al numero 14 della via si possono scorgere in una colonna della loggetta delle iscrizioni in ebraico ed è propri lì che si trovava la prima Sinagoga di Roma, risalente pare all’anno mille.
L’itinerario prosegue sul Colle Aventino, sulla cui sommità si trova la Villa del Priorato di Malta, sede storica del Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta. L’ingresso della sede riserva una scoperta straordinaria. Osservando dal buco della serratura del portone d’accesso si può godere di un’insolita e spettacolare vista della Cupola di San Pietro, incorniciata dalla vegetazione dei giardini del Priorato. La tappa successiva è il Casino Massimo Lancellotti nel rione Esquilino, una piccola elegante sorpresa nel cuore della città. L’edificio, realizzato nei primi del ‘600 all’interno dell’ormai scomparsa Villa Giustiniani, rappresenta la più grande testimonianza dell’attività artistica dei cosiddetti pittori Nazareni a Roma. Si tratta di affreschi libreschi realizzati nell’800 da pittori germanici che si ispiravano alla pittura italiana del primo Rinascimento con scene tratte dai maggiori poemi della letteratura italiana: dall’Orlando Furioso di Ariosto; dalla Gerusalemme Liberata di Tasso; dall’Inferno, Purgatorio e Paradiso di Dante.
A questo punto il nostro itinerario alla scoperta di Roma segreta si sposta nel quartiere Appio Latino con una visita alla piccola Chiesa Domine Quo Vadis, situata all’incrocio tra la via Appia e la via Ardeatina. Secondo la tradizione l’edificio sorge nel luogo in cui Gesù sarebbe apparso a Pietro in fuga da Roma per sfuggire al martirio e, alla domanda dell’apostolo “Domine, quo vadis?”, Gesù avrebbe risposto “Vado a Roma per farmi nuovamente crocifiggere”. Così, Pietro tornò indietro e affrontò il martirio. Come testimonianza dell’accaduto all’interno dell’edificio è conservata una copia della pietra con le impronte dei piedi di Gesù. Infine, l’itinerario si conclude con una visita alla Chiesa di Sant’Urbano alla Caffarella all’interno del Parco della Caffarella. L’edificio, anche se di grande valore, è uno dei monumenti meno conosciuti di Roma. Si tratta di un tempio antico trasformato in chiesa nel IX secolo, il cui aspetto attuale si deve al restauro realizzato nel 1634 sotto Urbano VIII. All’interno si può ammirare un ciclo di affreschi del pittore Bonizzo, risalenti all’XI secolo ma ridipinti in occasione del radicale intervento di restauro.